La Collezione FW 21/22 firmata DROme è un invito a rinunciare non solo alle definizioni, ma ancor prima al bisogno stesso di definirsi. Il coraggio di accettare le nostre contraddizioni, i contrasti della nostra anima, è in fin dei conti ciò che ci rende liberi.
Ogni collezione di DROMe è caratterizzata dai contrasti che ritrae: di forme, volumi, tagli, colori, ispirazioni. DROMe si è sempre fondato sulla tensione tra estremi opposti, ed è il motivo per cui questa stagione il Direttore Creativo Marianna Rosati ha scelto di indagare ancor più profondamente questa polarità, con una riflessione sul dualismo essenziale sui cui si fonda l’identità di una persona. Uno dei punti di partenza è il libro Doppelganger, scritto nel 1985 da Stephen Willats, in cui l’aspetto e la personalità che tre persone ordinarie mostrano durante il giorno sono contrapposte ai loro alter ego notturni, descrivendo la loro trasformazione in persone completamente diverse, non solo in termini di aspetto ma anche emotivamente e psicologicamente, come se possedessero due identità coesistenti. L’intento del libro è quello di provare come ognuno di loro sia, in effetti, due persone diverse allo stesso tempo.
La collezione si sviluppa attorno a questa dualità, delinea un’uniforme da giorno che sfuma nella sua veste notturna, celando appena sotto la superficie una sensualità sottile e audace. Tagli e silhouette sono un’espressione di questo contrasto strutturale: volumi oversize sono bilanciati da tagli crop, lunghezze diverse si sovrappongono in combinazioni inedite, ridefinendo le proporzioni. I look oscillano tra un nero intenso e un bianco ghiacciato, con poche concessioni ad altri colori: un grigio freddo ridisegna un completo da ufficio contemporaneo, un verde acceso illumina la se-quenza di look come una fiamma improvvisa, un tocco delicato di pesca li riscalda appena, e un rosso cremisi aggiunge un lato provocante alla palette. Forme maschili come blazer e pantaloni a gamba dritta si affiancano a gonne e vestiti femminili, trench e cappotti lunghi danno l’impressione di coltri misteriose, spacchi sensuali e cinturine coper-te di borchie segnano le figure. Ogni look sottintende una storia non detta, una verità enigmatica: ogni pezzo è espressione di un sé diverso. La
Una stanza elegante, uno schermo, due donne, tre pesci neri che nuotano sinuosamente in un vaso di vetro. Un ambiente intimo fuori dal tempo e dallo spazio, le note di una canzone, un’atmo-sfera onirica. Quello che all’inizio sembra chiaro comincia a sfumare e a perdere nitidezza man mano che il film prosegue, le loro identità si confondono e i loro punti di vista si sovrappongono.
Stefania Lupi