È stata inaugurata il passato 9 febbraio la mostra Past di Jacopo Bensassi alla Galleria Francesca Minini con i testi a cura di Mariuccia Casadio. L’acqua è un elemento protagonista della vita dell’artista, nato e cresciuto sul mare, dove tuttora vive, un elemento che caratterizza l’identità, i colori, gli odori e gli umori della sua vita. Tuttavia, come molte persone che abitano a un passo dal mare, Jacopo non ha mai amato immergersi.
courtesy the artist and Francesca Minini _Ph. Andrea Rossetti
Per lui e per il suo imprinting tendenzialmente notturno e discotecaro, con la passione per le sonorità abrasive del punk, le grafiche fuori registro delle fanzine più alternative, le ombre intriganti della seduzione gay, questa nuova subacquea serie d’immagini documenta pertanto un’esperienza inaspettata e straordinaria. Un lavoro che a thecube.com ha cosi definito “è l’evoluzione di quanto presentato al Museo Pecci, la fotografia fatta attraverso l’acqua. Immagini stampate su carta molto cotonata scattate di sera alle 19 quando non c’è più tanta luce ma non è ancora buio. I tagli nei vetri come a ricordare l’acqua e le bruciature delle cornici un richiamo a Burri”.
Non solo un modo personale e affatto codificato di utilizzare la fotografia in bianco e nero, che ormai da tempo Jacopo ha reso suo mezzo privilegiato d’espressione. Ma anche e soprattutto la scelta affatto scontata di rovesciare la sua e la nostra percezione della natura, trasformando il mare in un emozionante metafisico e notturno scenario. L’esperienza di un altrove invariabilmente osservato al tramonto, dopo le sei di sera, mentre branchi di piccoli pesci sciamano in ogni direzione vicino alla riva. Consapevoli, o così pare, delle attenzioni del fotografo e come incuriositi dai flash del suo obbiettivo, al quale, mondani, argentei e vanitosi, certo non paiono sottrarsi.
Utilizzando un flash subacqueo per coprire e neutralizzare ogni riflesso di luce, Benassi ha accentuato così la sensazione di trovarsi in un altro pianeta. Un mondo che trascende Monterosso, la location alle Cinque Terre dello shooting, sotto al celebre scoglio del Gigante, che per l’artista è a un passo da casa, per dare esclusivo risalto a sensazioni diverse di alterità, di isolamento, di incognito fantasmatico altrove e silenzio, in cui l’artista coinvolge non solo i suoi pesci in un lungo e articolato racconto, ma anche la terraferma e i boschi affacciati sul mare, gli stessi che ritroviamo nell’installazione molto interessante nella seconda sala della galleria e che Benassi descrive cosi” Sono i miei boschi sopra al mare, un lavoro che riflette l’evoluzione del lavoro installativo e il periodo che abbiamo attraversato che mi ha fatto riflettere, vedendo la fotografia non solo appesa al muro. A questo ho unito elementi di fragilità come il gesso, le pantofole che uso in studio, pezzi di natura e di case che sto facendo, come qualcosa di scultoreo che sento mio”
Galleria Francesca Minini via Privata Massimiano 25 Milano email per prenotare la tua visita:
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