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L’architetto Stefano Boeri torna a firmare un importante progetto di riqualificazione cittadina. Dopo il Bosco Verticale, il celebre architetto ha infatti disegnato, insieme a Diller Scofidio + Renfro (DS+R), l’“orto verticale” in via Pirelli 39, al centro dell’area Porta Nuova Gioia, tra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest. Il restyling si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area iniziato con Gioia 22, che si completerà con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.

Ribattezzato “Pirellino”, Pirelli 39 si sviluppa in altezza per 90 metri, e in passato ospitava uffici amministrativi del Comune. Dismesso nel 2015, poi messo all’asta e acquistato da Coima per 175 milioni di euro, oggi l’obiettivo è di farne un simbolo culturale e un elemento di raccordo tra le parti della Biblioteca degli Alberi, per ampliare e migliorare la qualità degli spazi pedonali di Porta Nuova.

Il progetto di Diller Scofidio + Renfro (DS+R) – già noti per la realizzazione dell’High Line a New York – e Stefano Boeri Architetti è stato quindi il migliore nell’ambito del concorso internazionale di architettura, indetto da Coima SGR alla fine del 2019: in gara, i lavori di 359 studi di architettura, landscape/urban design e ingegneria, in rappresentanza di 15 Paesi. A convincere è stata la capacità di interpretare in modo armonico le linee guida fornite da Coima e del Comune di Milano, battendo finalisti del calibro di David Chipperfield, Wilmotte, Heatherwick e l’emergente italiano Vittorio Grassi.

Nasce così un orto verticale a Milano: applicando un modello di utilizzo misto, tra spazi pubblici, residenziali e terziario\commerciale, il progetto si articolerà tra la torre esistente (che manterrà la vecchia destinazione d’uso, ospitando uffici), l’edificio a ponte coperto che attraversa via Melchiorre Gioia e una nuova torre residenziale, simile al Bosco Verticale, più improntato su piante, fiori e piante officinali (dalla salvia al rosmarino, con una selezione di aromatiche che i residenti potranno cogliere uscendo in balcone, e magari utilizzare in cucina). La connotazione di questo nuovo giardino verticale immaginato da Stefano Boeri, quindi, farà pensare a una sorta di “orto verticale”, con 1700 metri quadri di vegetazione distribuita sui piani e particolarmente sensibile al variare delle stagioni.

Nel segno del cambiare delle stagioni, visivamente l’edificio cambierà colore nell’arco dell’anno, ma l’aspetto varierà sensibilmente anche dalla mattina alla sera, per la cospicua presenza di fiori. Il nome ufficiale è “Botanico”, ma solitamente, da Londra a Milano, ai grattacieli si attribuiscono soprannomi, e “orto verticale” è il miglior candidato. La biodiversità vegetale e agricola sarà sviluppata anche nell’edificio ponte orizzontale ripensato in veste di green house, serra verde che ospiterà un percorso interattivo, eventi e laboratori sull’impatto climatico e ambientale.

Elisabetta Canoro