Arrivando dal mare appare come un arcobaleno di pastelli, Procida. Appena nominata Capitale italiana della Cultura 2022, diventata famosa come set del film Il Postino, l’ultimo film dell’indimenticato Massimo Troisi, è un bozzolo di mura irregolari dalle tonalità tenue e sempre diverse, a amano a mano che ci si inerpica sulle strade, ripide, lungo dislivelli sempre nuovi. È un’isola a metà tra terra e cielo, un luogo ancora poco noto e frequentato, per questo ancor più affascinante. È un fazzoletto di terra ricco di meraviglie, che incanta anche per le sue acque limpide che bagnano tante baie nascoste e spiaggette riparate. Come l’incantevole Chiaiolella, una delle più protette dal vento e adiacente al ponte che collega Procida con la riserva naturale di Vivara.
La piccola isola al largo del Golfo di Napoli ha tenuto testa a città complesse e capoluoghi di provincia, come Ancona, Trapani, Taranto e Bari. Vince Procida, che rappresenta un esempio perfetto di isola del Mediterraneo, con tutta la sua complessità, la sua cultura, la sua identità.
A decretarne la vittoria è stato il presidente della giuria Stefano Baia Curioni insieme al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. La motivazione? “Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee”.
Per la giuria quindi, “il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura è un riconoscimento alla capacità di progetto, non alla città più bella o ricca di storia”. Secondo la giuria, infatti, il progetto presentato da Procida “potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese, nei mesi che ci attendono”.