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Nel corso del 2020 sono cambiate molte cose tra cui alcune piacevoli abitudini, come quella di andare al museo o a visitare una mostra d’arte. Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato ha saputo ripensare al proprio modo di fare cultura e divulgazione, attivando nuove strategie, con dinamiche più mirate alla necessità di appropriarsi di un ruolo sociale più attivo verso un pubblico tornato distanziato ma numeroso sin dal primo giorno di riapertura. “Il ruolo del nostro museo, oggi – sottolinea la Direttrice Cristiana Perrella – è sempre più quello di collettore di energie per il territorio, solo rafforzando il legame del Centro Pecci con Prato, valorizzandone le assonanze e le corrispondenze e stringendo ulteriormente i legami esistenti o creandone di nuovi, possiamo garantire al museo la sua centralità. In questi tempi difficili il Centro Pecci vuole continuare a essere la casa di chi ama l’arte e la cultura, un luogo capace di parlare a tutti. La nostra missione è di continuare a crescere con il nostro territorio, per tornare ad aprirci, non appena possibile, al mondo intero.

E così, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, nel 2020 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha attuato una serie di innovazioni per confermare la sua posizione e la relativa attrattiva nel campo dell’arte contemporanea, creando con le attività online uno spazio digitale in cui alimentare il pensiero critico e il confronto con la scena culturale globale.

La capacità di reazione del museo al mutamento è stata immediata, con la creazione a marzo durante il lockdown, del palinsesto Centro Pecci Extra e con l’iniziativa Extra Flags insieme alla ricca programmazione proposta subito dopo, con la riapertura a fine maggio. A supporto un contenuto culturale quotidiano originale ha arricchito la Web Tv del museo – dai video d’artista agli approfondimenti sulle mostre, da film passati in programmazione nel cinema del museo a contributi di scrittori, artisti e critici – e settimanalmente è stata commissionata e issata sul pennone davanti al museo una bandiera d’artista, segno di resistenza e di speranza nel mondo reale. Il 4 giugno è stata inaugurata la prima mostra italiana dedicata al fotografo e poeta cinese Ren Hang, tragicamente scomparso a neppure trent’anni, noto soprattutto per la sua importante ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, di una gioventù cinese, libera e ribelle. Una scommessa vinta per affluenza di pubblico e attenzione della critica, anche grazie al filtro Instagram ideato dal Pecci e ispirato a una delle fotografie più iconiche di Ren Hang: Peacock.

Ren Hang. Nudi, al Centro Pecci ©MargheritaVillani

Durante l’estate il museo ha messo in campo Pecci Summer: un palinsesto ricco e variegato che ha presentato 10 concerti sold out, 6 talk e 40 film, trasformando il teatro all’aperto del museo in una nuova “piazza” della città, familiare e aperta a tutta la comunità.

Pecci Summer 2020, il Teatro all_aperto ©Margherita Villani

In autunno il Centro Pecci si è concentrato su nuove proposte espositive originali (temporaneamente sospese con la nuova chiusura dei musei italiani a novembre): la prima personale in un museo dedicata al fotografo Jacopo Benassi; la mostra collettiva Protext! Quando il tessuto si fa manifesto che attraverso il lavoro di Pia Camil, Otobong Kkanga, Vladislav Shapovalov, Tschabalala Self, Marinella Senatore, Serapis Maritime Corporation and Güneş Terkol esplora il ruolo del tessuto non solo nei dibattiti critici su lavoro, identità e cambiamento ambientale ma anche come medium per eccellenza nella rappresentazione del dissenso; il progetto Litosfera, che mette in dialogo il video A Fragmented World (2016) di Elena Mazzi e Sara Tirelli con l’installazione ambientale Produttivo (2018-2019) di Giorgio Andreotta Calò: due progetti nati dal desiderio di rappresentare forze e materie che nel corso di ere geologiche hanno dato forma al nostro pianeta; la presentazione della nuova acquisizione RAID, video di Marcello Maloberti.

Protext! Quando il tessuto si fa manifesto, al Centro Pecci ©MargheritaVillani

Da inizio novembre, con la nuova chiusura nazionale di tutti i musei e delle mostre, il Centro Pecci ha dato vita al palinsesto digitale Pecci ON, con cui il museo sottolinea ancora una volta come un’istituzione d’arte contemporanea abbia il ruolo di catalizzatore per la propria comunità, di antenna che capta il presente attraendo idee, voci, artisti per leggere le evoluzioni del nostro tempo e poi restituirle amplificate al territorio e al mondo. Dal 10 novembre sul sito e sui social si alternano appuntamenti e conversazioni in live streaming, iniziative consolidate e nuovi format, gratuiti e aperti a tutti, come #KeyWords. Parole che aprono il presente, un dialogo tra arte e psicologia, e #Museum2b, un dialogo internazionale sul ruolo delle istituzioni culturali in un momento di forte cambiamento.

di Antonio Lodovico Scolari