È un piccolo paesino di 1.600 anime nascosto tra gli infiniti filari di vigne tra le valli di Nizza e del Tiglione, Agliano Terme. Sembra una cartolina, sembra dipinta: le distese di terra coltivata a vite, le morbide colline che danno ritmo al paesaggio, la luce che dall’alba al tramonto dipinge il cielo di infinite sfumature di colore. Nel cuore dell’Astiano, è la regina della Barbera d’Asti DOCG: la quasi totalità dei 675 ettari di vigneti del Monferrato Patrimonio UNESCO è infatti coltivata a Barbera da 184 aziende viticole (più di 30 vinificano le proprie uve), inclusa la Cantina Sociale Barbera dei Sei Colli, il più grande produttore in assoluto della ‘rossa’.
Un vino generoso, la Barbera d’Asti, dal colore rosso rubino, brillante e profondo, al naso intenso e vigoroso, caratterizzato da un ampio bouquet di frutti rossi, che dopo il passaggio in botte si arricchisce di note speziate, di vaniglia e di cacao, per dar vita ad un vino complesso e seducente.
Dolce e avvolgente come l’abbraccio degli abitanti di Agliano, non solo gli ‘autoctoni’, ma anche coloro che qui ormai sono ‘radicati’ come i fusti delle viti, avendo fatto di questo luogo la loro seconda casa. Come Tove e Are Hunskaar, coppia norvegese proprietaria della Cascina del Rosone, un agriturismo che hanno scelto come loro buen retiro, dove sono gli unici a produrre Barbera d’Asti DOCG Superiore anche in anfora, nei grandi contenitori in terracotta dove il vino viene lasciato riposare. Una favola la loro, come quella di Sissel e Robert, che diversi anni fa hanno lasciato la Norvegia, per trasferirsi in pieno centro ad Agliano. Dopo di loro, a scegliere Agliano per cominciare una nuova vita sono stati anche Merete e Bjorg, Svein, Are e Tove, Jan e Anja, Berit e Sigurt, Lars e Bodil, una piccola comunità di norvegesi ben integrata nella comunità aglianese, che ha dato vita a Barbera Agliano, l’associazione che riunisce i produttori di vino, i ristoratori commercianti e albergatori di Agliano Terme.
La genesi di questo legame affonda le radici nella storia: era il 1432 quando il mercante Pietro Querini naufragò sulle coste della Norvegia e, tornando in patria, portò con sé lo stoccafisso, già conosciuto nelle regioni del sud Italia grazie ai Normanni. Oggi si predilige cucinare lo stoccafisso nell’area di Alessandria, mentre ad Asti, a pochi chilometri di distanza, si cucina tradizionalmente il baccalà. Galeotto in questo caso fu l’amore: quando nel 1521 la principessa portoghese Beatrice sposò Carlo III Duca di Savoia, portò con sé il baccalà (il merluzzo, vista la distanza veniva conservato sotto sale). Se l’abbinamento della Barbera con lo stoccafisso e il baccalà ha una ragione storica, l’accostamento insolito fra la ‘rossa’ e il merluzzo fresco è molto apprezzato dagli amici norvegesi che oggi popolano Agliano. Come Merete, ex direttore del Norwegian Seafood Council, l’ente di promozione del pesce norvegese, che si è innamorata di Agliano Terme proprio collaborando all’organizzazione del Barbera Fish Festival, l’appuntamento biennale che celebra il matrimonio fra il pregiato merluzzo norvegese, lo skrei pescato nelle fredde acque delle isole Lofoten, e la Barbera d’Asti. Ad idearlo, nel 2014, Lars Mørland, del villaggio di pescatori di Henningsvær, una delle più rinomate località turistiche di questo arcipelago della Norvegia che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms, tra i primi nordeuropei a comprare casa qui, inizialmente per avviare un b&b. Nel centro del paese hanno acquistato un b&b anche Jan e Anja, altra coppia nordica che ha lasciato tutto per trasferirsi in Piemonte, così come Svein e Solvi Kristin Aronsen, che hanno preferito alla frenesia della vita lavorativa i ritmi lenti di questo angolo dell’Astigiano.
La scoperta di Agliano si fa golosa quando la Barbera d’Asti entra in cucina e nascono connubi curiosi e inaspettati, come quello che abbina il vino rosso alla semola di grano duro italiano, alle uova e all’acqua e dà forma alle tagliatelle alla Barbera d’Asti, in vendita alla Macelleria Salumeria Ponzo, bottega storica nata nel 1947, che dal 2007 ha ampliato l’attività aprendo un laboratorio di pasta fresca. A gestirla è Davide, insieme ai fratelli Maurizio e Massimo e ai genitori Aurelia e Francesco: al banco accanto a ravioli, tajarin e tagliatelle all’uovo, anche l’originale ricetta che rende omaggio alle Barbere dei produttori aglianesi. È un’istituzione per i palati fini il Salumificio Truffa, in pieno centro, dove si viene accolti, o meglio ‘travolti’ dal vulcanico titolare, Mario. Dal 1908, la gastronomia propone un’eccellente selezione di insaccati e di prodotti del territorio, come il Salame ubriaco alla Barbera che viene confezionato aggiungendo una dose generosa di Barbera, senza dimenticare il Salame crudo aromatizzato al tartufo.
E poi, salame cotto, lardo alle erbe, culatello di Agliano con cotenna, filetto baciato. Per accompagnare i salumi è perfetto il tradizionale pane del Re Carlo (chiamato così perché lo mangiavano le truppe piemontesi, ndr) della Panetteria Alberto Alciati, plasmato da Alberto. È un pane speciale ad alto potere energetico fatto con farina, lievito, sale, acqua, olio, con l’aggiunta anche di acciughe e noci.
Dulcis in fundo? Tappa d’obbligo la Pasticceria La Meridiana Caffè Renzo per ordinare la torta al cioccolato e barbera, una vera specialità. Dopo lo shopping goloso, per l’aperitivo l’appuntamento è al Wine Bar La Dolce Vigna, dove si ordina il Barbera on the rocks, un cocktail a base di Barbera, vodka, Cointreau, sciroppo di frutti rossi. Sapore e storia s’incontrano a tavola nell’Agriturismo Cascina Dani, dove si viene accolti da Andrea Faccio, vice sindaco di Agliano, e sua moglie, per provare il meglio della cucina tradizionale locale.
PiemonteAgliano_Cascina del Rosone- Are Hunskaar & Tove Hunskaar
Ci si può anche fermare a dormire nelle cinque accoglienti camere arredate con mobili antichi, per poi avere il tempo per partecipare ai corsi di cucina e a degustazioni di vino nella loro cantina. Si estende su 13 ettari di vigneti diffusi la proprietà di Silvia e Daniele, che nel loro Agriturismo C’era una Volta regalano agli ospiti un’esperienza autentica e unica, come la loro storia di vita e d’amore. Di loro produzione, ben 12 tipi di birra artigianale Iga. Nella loro cantina, tante etichette dai nomi piemontesi, come Barbisin e Cuntacc, Ferlingot, Grignolino d’Asti e Puciunin. In pieno centro si alloggia invece nelle spaziose camere della Locanda San Giacomo, in una dimora dell’800 nell’ex ufficio postale completamente rivisitato, dove i padroni di casa, Massimo e Barbara, si fanno mecenati di iniziative culturali. È invece da Villa Fontana, elegante casa signorile di campagna di fine ‘800 che si gode la miglior vista sulle colline Patrimonio UNESCO. La posizione migliore è la terrazza del ristorante gourmet, mentre momenti di relax si ricavano nell’ampia piscina esterna e nella suggestiva Spa ricavata dalle antiche cantine.
di Elisabetta Canoro
Ph Mauro Parmesani