di Elisabetta Canoro
Sensuale, libera e contemporanea. Sensibile, raffinata ed espressiva. È la donna di Matteo Fieno, giovane artista piemontese che ha trasformato il periodo di lockdown in opportunità. Opportunità per dare voce all’universo della donna, con le sue paure, la sua complessità, la sua straordinaria espressività. Dalla gioia all’insicurezza, dall’anticonformismo alla determinazione nel realizzare un sogno. Le emozioni sono raffigurate come in uno specchio: sentimenti, pensieri e inquietudini delle donne dei giorni nostri prendono forma e si fanno forma, plasmando addirittura i corpi nudi delle attrici protagoniste.
Nasce così “Il diario di Quel Pazzo 2020 declinato al femminile”, il racconto-descrizione, di “una collezione pensata e prodotta in un contesto surreale: il mondo mai così fragile si ferma e ci lascia tempo (forse troppo) per riflettere sulla nostra esistenza”, spiega nella prefazione, “Difficile essere razionali quando ci sono così tanti dubbi sul futuro, ma non per le mie donne che da sempre alterano il proprio ego in modo ingenuo e spontaneo, con la leggerezza dell’infanzia”. Ecco allora sfilare, le sue donne, meravigliose, così fragili e al contempo forti e virtuose, riprodotto con tecniche miste: olio, acrilico, gesso, pastello morbido su tela di cotone. Le opere sono The Map, perché “forse la vera ricchezza sta proprio nel viaggio che la mappa ti indica”. E poi Urban Legend, che su una serranda abbassata rappresenta la libertà, mentre riporta indietro nel tempo Fossil, che raffigura la bellezza rimasta intatta di una creatura ritrovata dai geologi, che niente è riuscito a scalfire. E ancora, La donna in rosa, Madame Odette e La Sciamana raccontano attraverso la narrazione letteraria, la vita delle donne, tra sogno e realtà, in un momento di smarrimento epocale, dove l’indiscussa forza femminile torna a rappresentare ancora una volta una chiave di volta, simbolo di rinascita e di vita.
Sono un approccio e un linguaggio unici, quelli di Fieno, che trova così uno spazio esclusivo nel panorama artistico attuale. Realtà e immaginazione si incontrano e si fondono, e non è un caso se esperti del mestiere vedano in lui la mano del giovane Picasso, la delicatezza e la raffinatezza delle ballerine di Degas, la sensualità delle donne di Gauguin. Così come non è un caso se a questi grandi maestri Fieno si rapporta per comporre le sue opere, quasi come linfa e fonte d’ispirazione imprescindibili, per poi infrangere regole e canoni, tracciando la strada del cambiamento, proprio come loro.
L’universo femminile è stato il tema della prima, omonima mostra dell’artista, intitolata Quel Pazzo 2020 declinato al femminile, allestita in ottobre a Torino, nella galleria d’arte This is not Torino, dietro la direzione artistica di Massimo Gioscia, che ha visto esposte 22 opere selezionate realizzate dall’artista durante il lockdown. Così giovane eppure così già apprezzato, Matteo Fieno, da grandi critici d’arte come Vittorio Sgarbi, che di lui dice: “nel caso di Matteo Fieno, è interessante notare l’amore incondizionato per l’affascinante, irresistibile unicità del pianeta donna. Non so quante artiste potrebbero manifestarne più di lui…”.