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di Elisabetta Canoro

Zero plastica, 100% riciclabile e nove volte più leggero. Sono serviti oltre due anni di studio nel campo della ricerca e sviluppo per reinventare il packaging delle cuvée R, R vintage, Rosé e Blanc de Blancs, le nuove confezioni firmate Ruinart, che sostituiranno i coffret della Maison. È una seconda pelle, da qui il nome ‘Second Skin’ che, con il packaging eco-compatibile, che non utilizza plastica ed è interamente riciclabile, “conferma il ruolo della Maison di precursore nel mondo dello champagne e il suo impegno in termini di responsabilità sociale e ambientale”, come ha sottolineato Frédéric Dufour, presidente di Maison Ruinart.

Come una seconda pelle di carta, l’involucro composto al 100% di fibre di legno naturale, segue perfettamente le linee delle curve caratteristiche della bottiglia permettendo di mantenere integro l’aroma Ruinart fino al momento della degustazione. La trama naturale ed elegante è un richiamo alle Crayères, le storiche cave di gesso usate come cantine della Maison a Reims, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Una texture che ricorda quella del gesso, arricchita dalla finezza dei dettagli in rilievo e che rappresenta, da sola, una vera e propria meraviglia tecnologica. Al contempo il design dell’involucro reinterpreta i gesti eleganti della gastronomia di classe: è ispirato al gesto con cui il maître avvolge un tovagliolo bianco intorno alla bottiglia di champagne.

Oltre ad essere la prima Maison di produzione dello champagne (fondata nel 1729), Ruinart è stata anche la prima a commercializzare uno champagne rosé nel 1764, la prima ad acquistare le millenarie cantine di gesso ideali per l’invecchiamento dei vini, la prima a dare il via a una collaborazione con gli artisti nel 1896, commissionando ad Alphonse Mucha l’ideazione di una “campagna pubblicitaria” per la promozione dei suoi vini, nonché la prima ad utilizzare casse di legno per il trasporto delle sue bottiglie nel 1769. Per quasi tre secoli, la Maison Ruinart si è impegnata a fornire una visione autentica, essenziale e responsabile dell’art de vivre.

E così, oggi, l’innovazione sostenibile della second skin case esalta il ritorno alla natura e al naturale, puntando a ridurre i rifiuti e riciclare i materiali senza snaturare l’esperienza o il gusto. Un approccio che viene da lontano: sono dieci anni che Ruinart implementa la prassi globale di eco-design, come spiega Violaine Basse, direttore marketing e comunicazione: “Volevamo fare tutto il possibile per ridurre al minimo il nostro impatto ambientale, sfidando quindi le finiture, l’estetica, e gli utilizzi”. Detto fatto