di Elisabetta Canoro
“In un modello sociale basato sui consumi, occorre indirizzare il commercio verso valori utili al benessere vero, che può esistere solo se in equilibrio con gli altri umani. Green Pea nasce per questo: dimostrare che c’è la possibilità, subito, di vivere in armonia con il Pianeta senza rinunciare al bello”. La pensa così, Oscar Farinetti, patron di Eataly, che con queste parole presenta il suo nuovo progetto torinese, Green Pea. Dopo essersi occupato a 360° di cibo e di agricoltura, ora punta al benessere green, per dimostrare che “sostenibile è bello”.
Muoversi (con la 500 elettrica), comunicare (con telefoni riciclati), illuminare e riscaldare (con energie rinnovabili) tutto in modo sostenibile: ecco i fondamentali del format, tutti al piano terra, Life. Al primo piano, Home, la casa, un trionfo di legno, tra mobili, luci ecologiche e oggetti di design. Al secondo, Fashion, con i marchi della moda e la factory Igodi, sartoria su misura. Si sale, al terzo piano, Bellezza, con i concept store dedicati a nomi come Brunello Cucinelli o Herno, prodotti beauty sostenibili e naturali, realizzati su misura e sul posto, con Allegro Natura. Il quarto e ultimo piano è dedicato all’Otium, con piscina e spa, l’unica in Piemonte su un tetto.
Green Pea è negozio & ozio, proprio come il concept originario che risale a Pericle, Socrate, Platone e Aristotele, che anche Farinetti sottoscrive. La filosofia? Scegliere energie pulite, arredi ecologici per la casa, vestiti riciclati e green, cosmetici naturali, scegliere il relax edonistico, l’otium “creativo”. La società dei consumi non si abbatte, dice Farinetti, si cambia dall’interno: non è necessario smettere di consumare, ma imparare a farlo con rispetto. Per questo l’etichetta è Green Retail Park, il primo al mondo. E sarà un unicum, perché ce ne sarà solo uno in tutt’Italia, questo di Torino, scelta perché è una città innovativa da sempre.
Amplia l’offerta gastronomica di Green Pea. Per la vendita di prodotti c’è Eataly proprio accanto, qui ci sono zone di ristorazione-relax incentrate su due poli maggiori, ben radicati nel territorio torinese: il ristorante gastronomico Casa Vicina e Affini. Casa Vicina, locale storico (i Vicina sono ristoratori da 5 generazioni) dal 2007 aveva sede nel piano interrato di Eataly Lingotto. Al terzo piano di Green Pea, 300 mq luminosissimi, vista sulla collina, grandi spazi verdi esterni, tutto nella filosofia di rispetto e dell’integrazione con la natura. È qui che trova spazio una sala privata, utilizzata anche per corsi e show cooking, insieme alla più ampia sala per circa 50 posti, con libreria a vista e libri a tema “green”, compreso il quadro creato da Francesco Rubino per Green Pea.
È lo chef Claudio Vicina a guidare la brigata nella bella cucina a vista, dove propone i suoi classici piemontesi (la Bagna Caoda da bere, il tonno di coniglio) e ricette inedite secondo una visione “green” appunto. Ne sono esempio la “Zuppetta di piselli e ragù di mare” (cozze, seppioline, gamberi e polipo), “La mia finanziera” con i piselli frullati e sferificati in accostamento e i “Profiteroles come vuoi tu”, rivisitazione in chiave internazionale della bignola torinese.
Tre i menu: alla carta, degustazione, gastronomico e, in accompagnamento, oltre 700 bottiglie esposte nella cantina a vista, con particolare attenzione ai vini biologici e in conversione. 100 Vini e Affini è la versione Green Pea, improntata a innovazione, sostenibilità e sperimentazione, di Affini, il locale di Davide Pinto, in città con due sedi, nel quartiere San Salvario e a Porta Palazzo. Non manca lo storico marchio “Distillerie Subalpine”, che ha dato vita ad una nuova linea di liquori e distillati, quattro liquori-cocktail inediti in bottiglia: il Nuvolari, l’Ascari, il Green Bee (ape verde), realizzato proprio per celebrare la nascita di Green Pea e l’Elixir Le Masche, mix dei botanicals del Vermouth e del Fernet, più l’erba ruta, ovvero “l’erba delle streghe”, le “masche” del folklore piemontese. E poi la birra del Birrificio Artigianale Baladin: si ordina la Nazionale 4.8 alla spina, uno dei fiori all’occhiello di Baladin, che viene twistata in modo innovativo con gli hopper spray, idea di Teo Musso, il patron del birrificio: 6 distillati monovarietali, 5 di luppolo aromatico e uno di fieno delle Alpi cuneesi.
Sostenibilità, materie prime naturali e bio, riutilizzo degli scarti, sono poi pilastri e frutto della collaborazione con partner attenti all’ambiente. Su questo si basa la proposta affidata allo chef Niccolò Tealdi, che spazia dagli “aperitivi all’italiana” a specialità cotte e servite direttamente in burnia, come il coniglio alla ligure e l’insalata di polpo speziata, a tapas reinterpretate in chiave pop, salumi e formaggi.