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Soffice, burrosa, con una montagna di glassa di zucchero e mandorle …. e all’interno tanti canditi. Molti pensano che sia un tradizionale dolce natalizio milanese e invece….La storia della veneziana è simile a quella del panettone, la cui origine è intorno al XV secolo. Il consumo di questo dolce è stato tradizionalmente legato ai matrimoni e alle festività natalizie, mentre nel secondo dopoguerra si mangia anche quotidianamente come colazione. Oggi viene consumato preferibilmente sotto Capodanno. 

La veneziana si chiama così perché è nata proprio a Venezia, con il nome di fugazza o fugassa, Era un dolce tipico delle festività pasquali e natalizie cucinato in casa mescolando burro, uova, miele e zucchero all’impasto del pane. Le famiglie più facoltose aggiungevano poi spezie come la cannella e i chiodi di garofano, che Venezia importava dall’oriente, e la radice di giaggiolo, che regalava al dolce un  profumo di violetta. Insomma, era un dolce decisamente aristocratico, molto apprezzato fra le classi più agiate. 

Ma la veneziana vera e propria , così come la conosciamo e la apprezziamo oggi, nacque quando le pasticcerie rielaborarono questa pagnotta dolce rendendola più piatta rispetto al panettone, ricca ed elegante con una copertura di glassa di mandorle e granella di zucchero. 

Diversamente dal panettone, i cui ingredienti sono stabiliti da un rigido disciplinare, non esistono regole sulla sua preparazione e dipende dalle scelte dei singoli pasticceri aggiungere all’impasto mandorle, frutta secca o canditi singolarmente o mescolati fra loro.

La tradizione vuole che i milanesi dedichino alla Veneziana la degna conclusione del cenone di Capodanno, oppure del pranzo il primo giorno dell’Anno. Non si sa esattamente come sia avvenuta questa associazione. Ma la storia suppone che sia  la conseguenza della rivincita del “povero” panettone che aveva occupato per primo il trono del Natale, e che era il dolce di quei fortunati che almeno sotto il Natale potevano permettersi di aggiungere canditi e uova all’impasto di una pagnotta…..

E per brindare…. gli esperti consigliano di abbinare uno Spumante Moscato d’Asti oppure Oltrepò Pavese, vini dolci come il Vin Santo o un Marsala che si accompagna alle mandorle della glassatura.

Veneziana “Dolce Mia Sorrento” Una ricetta tradizionale arricchita dai profumi e dai sapori della costiera amalfinata: le bucce dei limoni e delle arance unite alle noci. La linea di alta pasticceria “Dolce mia Sorrento” dello Chef De Martino presenta l’ impasto classico della Veneziana, a lunga lievitazione e con i migliori ingredienti, arricchito dai sapori freschi ed intensi del limone e dell’arancia di Sorrento.

Veneziana Vergani L’impasto morbido è dato dalla lievitazione perfetta, con una pioggia di mandorle sulla glassatura irresistibilmente fragrante e tutto il sapore delle scorze d’arancia candite.  

Veneziana Peck Il segreto della sua fragranza e morbidezza risiede in una lievitazione di 72 ore, accompagnata dall’utilizzo di ingredienti selezionatissimi: farina con germe di grano macinato a pietra, vaniglia in bacche della qualità Bourbon del Madagascar, scorze d’arancia di Sicilia candite fresche con zucchero di canna e pregiato miele d’acacia toscano. Sulla superficie una croccante copertura di mandorle e granella di zucchero che ricorda i merletti veneziani.

La Veneziana Panarello è la versione classica dalla tipica forma a cupola, soffice nella consistenza, con la scorza di arancia candita e una golosa glassa di mandorle e zucchero in superficie.

Dario Loison idea la sua Veneziana unendo l’unicità della tradizione di Venezia all’esperienza e alla passione: il risultato è un dolce dalla pasta sapientemente lievitata, arricchita da vaniglia naturale Mananara del Madagascar e la superficie ricoperta da glassa decorata con granella di zucchero e mandorle. Tante le versioni: con pezzetti di Mandarino Tardivo di Ciaculli;  con crema al “Pistacchio Verde di BronteDOP”;  con dolce albicocca candita e spezie; con pezzetti di amarene candite e cannella; con gocce di Cioccolato monorigine e spezie.