Un fil rouge unisce idealmente Firenze e Milano; parte dalla progettazione e dal revamping degli alberghi del gruppo fiorentino Starhotels e si arricchisce di molteplici esperienze nelle principali città del mondo (Parigi, Londra, New York, Roma, Montecarlo, Miami) nell’ospitalità e nel residenziale, negli uffici e nel retail, nel corso di oltre vent’anni di attività e di sfide, affrontate con entusiasmo e con energia, fino ad ritornare alle proprie origini, nella città di Milano, dove l’interior designer Andrea Auletta ha attualmente il suo Studio.
Disegno tutto – dice Auletta – perché è l’intero processo che porta al risultato finale ed è importante, oltre che emozionante, poter seguire il ciclo di prodotto dal disegno alla messa in opera”.
“Per Starhotels ho progettato le camere di quasi tutti gli alberghi con quel che segue: hall, ristoranti, bar, aree fitness, ma anche facciate, di cui una un po’ folle terminata di recente per l’albergo Tourist in via Fulvio Testi a Milano. Una facciata pixelata che ha trasformato un immobile triste e datato in qualcosa di molto divertente” dice Auletta. La visione di Starhotels, infatti, considera ogni albergo come una storia diversa, con caratteristiche proprie legate alla tipologia di clientela, al livello di accoglienza, alla città in cui si trova, perché Venezia è diversa da Firenze, da Milano o da Roma e sottesa a considerazioni di budget sempre tenute presenti con opportuna attenzione.
Fra le sue realizzazioni più recenti, Auletta ha scelto di presentare l’E.C.HO. Hotel di Milano, in cui soluzioni sostenibili si conciliano con spazi confortevoli e con proposte di spiritosa eleganza, e Il Tornabuoni di Firenze del Gruppo AG Hotels (la cui inaugurazione è prevista per ottobre 2020), in cui la città d’arte viene riletta con spirito ludico in un contesto di eleganza dominato dal disegno di carte da parati popolate da divertenti creature: scimmiette, farfalle, scarabei, pappagalli e dove il fascino del palazzo storico rivive nella proposta di materiali che parlano del territorio, dalla pietra serena al marmo, dal cotto all’ottone e al cuoio.
“Procedo molto per illuminazioni – continua Auletta – con un senso costante di curiosità e di attenzione e spesso trovo spunti e soluzioni durante una passeggiata o elaborando quello che vedo sulle reti e sui social, per interiorizzarlo e tradurlo in oggetti e sistemi realizzati dai mobilieri e dagli artigiani che collaborano con me. Questi fornitori sono quasi sempre italiani, non per spirito di campanile, ma perché nel nostro Paese ci sono eccellenze e abilità non replicabili altrove”.
“Mi piace anche, soprattutto nell’ambito dell’hotellerie, il restyling, ma si parla anche di softstyling con un’attenzione particolare al budget. Nella mia visione, il restyling significa rinnovare, andando a recuperare degli oggetti già presenti, ridandogli una nuova vita. Quello del restyling è un grande valore: mi piace prescrivere il nuovo, ma anche recuperare il vecchio quando è pregevole: è una sfida che mi entusiasma. Tre anni fa ho realizzato delle suite in un albergo veneziano, recuperando e trasformando disegni storici di Venini e di Seguso e valorizzandoli con cornici dorate classiche recuperate da vecchie tele: classico e moderno convivevano assieme, con poco si è potuto realizzare tanto, esprimendo allo stesso tempo cultura e senso del territorio”.
Sul fronte dei materiali non ci sono preclusioni: “Non mi emozionano i materiali in sé – spiega Auletta – tutto dipende dal progetto: amo sperimentare, mi prendo dei rischi, ma in generale non ho preferenze. Soluzioni divertenti con materiali poveri che creano emozioni fortissime sono altrettanto valide, come un legno teak riprodotto con materiale sintetico con un effetto spettacolare a costi ridottissimi. Poi ci sono i materiali che parlano dei luoghi, come la pietra serena, il cotto e il cuoio in Toscana. Come il marmo, il broccato e il vetro a Venezia. Questa è un’epoca in cui si guarda con attenzione all’utilizzo di materiali naturali, ma non bisogna escludere l’uso di materiali sintetici, se fatto in maniera accattivante e opportuna”.
Infine, una nuova avventura: ‘Silorian’, un contenitore che produce e commercializza icone stilizzate di farfalle, scimmiette, scarabei e pappagalli partendo dai disegni realizzati da un artista e che diventano un brand multifunzionale in grado di viaggiare su diversi canali e sotto diverse forme, per creare business e divertimento.