by Elisabetta Canoro
Nove ristoranti in Italia e nel mondo, per un totale di otto stelle. Enrico Bartolini è inarrestabile. Il suo segreto? Coordinamento, programmazione, ottimizzazione delle risorse e affiatamento della squadra, dice, eppure secondo noi c’è di più. Cuore e motore di tutto è lui, che pochi anni fa è ripartito da Milano per iniziare una scalata che sembra non arrestarsi. Riflessivo, rigoroso, eclettico, sofisticato, lo chef di origini toscane rispecchia e si rispecchia perfettamente nei raffinati spazi che lo rappresentano e accolgono all’ultimo piano del MUDEC – Museo delle Culture di Milano, il primo museo italiano consacrato alla pluralità di linguaggi e di culture.
Il ristorante Enrico Bartolini è una location d’eccezione, stimolante e unica, che guarda al nuovo senza dimenticare origini e tradizioni. Proprio come Bartolini. Dislocata nel cuore del Design District, Tortona, vivace palcoscenico del nuovo che avanza. In una città, Milano, che è “scenario di sviluppo e di crescita”, dice lo chef, ma è anche una sfida, per i suoi ritmi e i continui stimoli. E Bartolini tiene il ritmo. Oltre ogni aspettativa. Sei ristoranti, otto stelle. Non era mai successo nella storia della Michelin. Tre quelle assegnate al ristorante meneghino Enrico Bartolini dalla Rossa. Due stelle per il Glam, ospitato nei raffinati spazi di Palazzo Venart, a Venezia. Una stella al Casual Ristorante di Bergamo, con cucina di ricerca in un ambiente senza fronzoli e una stella anche a La Trattoria Enrico Bartolini, a L‘Andana, resort della famiglia Moretti, nel cuore della Maremma, a 7 km da Castiglione della Pescaia. Stellata anche la Locanda del Sant’Uffizio, presso il Relais Sant’Uffizio di Cioccaro di Penango (At).
Classe 1979, originario di Castelmartini, in provincia di Pistoia, ha lo sguardo serio e concentrato, fare gentile, stile elegante. Ambizioso ed esigente, è determinato e sicuro di sé. Passione, intuizione e creatività l’hanno portato, fin da giovanissimo, a misurarsi nelle cucine di grandi maestri come Pierre Gagnaire e poi Paolo Petrini a Parigi e Mark Page a Londra, per poi perfezionare la sua ars coquendi alla corte di Massimiliano Alajmo. Ha poi cominciato a volare alto, da solo, quando ha deciso di prendere in gestione il ristorante Le Robinie nell’Oltrepò Pavese, dove a soli 29 anni, ha conquistato la prima stella. È stata poi la volta del Devero Ristorante e del Dodici24 Quick Restaurant all’interno del Devero Hotel di Cavenago Brianza (ultima tappa prima di essere stregato dal capoluogo meneghino), dove nel 2013, a soli 33 anni, arriva la sua consacrazione, con la seconda stella. Krug Ambassador dal 2012, Expo Ambassador nel 2015, è nel circuito dei Jeunes Restaurateurs d’Europe e dell’Associazione Le Soste. Non solo, Tre Forchette del Gambero Rosso, Tre Cappelli della Guida de L’Espresso e a Pechino si è classificato al primo posto al concorso “Greatest Chef China Italy Edition”.
Oggi, a soli 41 anni, è uno degli chef più talentuosi del panorama italiano, a capo di una squadra di lavoro di oltre cento persone suddivise tra i ristoranti italiani, Spiga aperto con Dining Concepts nel cuore di Hong Kong e i due Roberto’s di Dubai e Abu Dhabi, di cui lo chef ha la direzione culinaria, così come coordina la proposta gourmet del ristorante Poggiorosso di Borgo San Felice, a Castelnuovo Berardenga, non lontano da Siena.
La sua cucina? È contemporary classic. Geniale e personalissima. Creativa, innovativa, consapevole, interpreta la tradizione con modernità e leggerezza, alla ricerca di qualità e di equilibrio, per stupire e sorprendere, conquistare e lasciare il segno, con sapori decisi, netti e riconoscibili. Puntando in ogni piatto al forte impatto gustativo e alla perfezione estetica, proprio come un artigiano contemporaneo, ispirandosi al passato ma dimostrando di essere ben radicato nel presente. Ecco allora, in ciascun ristorante, una proposta che segue la natura del luogo, una cucina del territorio che viaggia per incontrare sapori e profumi di Paesi lontani. Una cucina, la sua, che a Milano riesce ad esprimersi al meglio. In uno spazio dove tutto contribuisce ad emozionare l’ospite: il servizio, la cucina e i vini, il calore, l’atmosfera, il movimento, orchestrati in perfetta sincronia. Uno spazio intimo e raccolto, plasmato da linee avvolgenti e fluide, dipinto da toni caldi e naturali. La passione per l’arte e il design fanno il resto. “La cura dei dettagli e l’attenzione all’involucro, oltre che alla cucina, fanno sì che l’equilibrio funzioni meglio”, sostiene lo chef.
In carta, creazioni inedite e specialità stagionali, che portano in tavola il meglio di aromi, contaminazioni, tradizione ed estro creativo, il tutto con estrema pulizia e precisione della mise en place. Per un’esperienza di gusto e di stile destinata a lasciare il segno.
Per informazioni: www.enricobartolini.net