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Una passione per le arti africane e oceaniche, che comprende più di 400 pezzi d’ arte fra teche preziose Kota e Fang, pezzi Bamana e Senufo…

Sebbene la fantastica ascesa di Helena Rubinstein, l’imprendritrice di successo del 20°secolo, che fu definita da Cocteau “l’Imperatrice della bellezza”, sia nota a tutti, la sua carriera di collezionista intuitiva e il suo ruolo pionieristico nel riconoscimento delle Arti africane e Oceaniche è probabilmente meno conosciuta.

Ma  il Musée du Quai Branly – Jacques Chirac le rende omaggio ed espone sessantacinque opere della sua collezione.

Questa collezione straordinaria, sparsa fra gli appartamenti di Parigi, New York e Londra, impera accanto a Chagall, Braque, Brancusi, Modigliani, Picasso e Mirò, e ha acquistato fama mondiale grazie alla sua partecipazione alle principali mostre d’arte, tra cui la African Negro Art al Museo delle Arti Moderne nel 1935, e si è dispersa nel 1966 a New York in una serie di vendite straordinarie, che segnarono uno stadio importante nel riconoscimento delle Arti Africane.

Poterie noircie ; personnage assis sur un siège plat, avec bras et jambes courts. Haut. : 37,5 cm ; larg. : 14 cm ; prof. : 13 cm.

Statue féminine en pied, bras écartés, genoux fléchis. Petite tête stylisée dont la coiffure se compose d’une longue tresse rejetée à l’arrière. Scarifications en triangle sur le haut de la poitrine, les seins sont tombants.

Helena Rubinstein si appassionò al mercato delle arti non europee frequentando assiduamente i circoli intellettuali, le gallerie d’arte e le aste. Introdotta in questo campo dallo scultore Jacob Epstein, Madame ha collezionato le opere più inaspettate, particolarmente dalla Nigeria, Cameroon, la Repubblica Popolare e la Repubblica democratica del Congo. Madame adorava l’espressività e il potere di queste sculture, che incontravano il suo gusto avanguardista. Il suo focus sugli aspetti figurativi degli oggetti di uso quotidiano (heddle pulleys, porte, sedute, strumenti musicali), e sul trattamento del viso nelle sculture degli artisti africani rientra nella sua costante ricerca della bellezza e di tutte le sue sfaccettature.

Céramique polychrome peinte avec deux goulots tubulaires réunis par une anse. Décor anthropomorphe: démon tenant des têtes-trophées.
Nasca moyen

Hélène Joubert, capo delle collezioni heritage del museo africano e curatore della mostra, ha condotto una ricerca durata due anni in istituzioni nazionali ed internazionali come pure nelle principali collezioni private e archivi. Una grande iconografia è stata realizzata per illustrare la storia di questa collezione. Guidato da vendite su catalogo dal 1966, diverse referenze e pubblicazioni, e grazie ad una serie di testimonianze e analisi di fotografie degli appartamenti di Helena Rubinstein, il curatore sottolinea la costruzione di una collezione, della sua storia e delle caratteristiche che la contraddistinguono. La sensibilità straordinaria di Madame viene rivelata anche qui, un aspetto che era stato inesplorato sino ad ora.

La collezione di Helena Rubinstein mostra che le sue scelte artistiche erano audaci agli occhi dei suoi contemporanei. Il suo approccio visionario e la sua curiosità l’hanno portata verso opere rare e potenti che sono diventate grandi nel tempo. Una selezione di sessantacinque oggetti dall’Africa all’Oceania, dall’arcipelago malese alle Americhe in misura minore, evoca le scelte di questa figura di spicco tra i collezionisti nella prima metà del 20°secolo.

 

Helena Rubinstein. Madame’s Collection
Galerie Marc Ladreit de Lacharrière
Fino a sabato 28 giugno 2020
www.quaibranly.fr