Un progetto della fotografa Carlotta Bertelli e dell’Art Director Gianluca Guaitoli che svelano la favola giapponese in 20 immagini di “Fotografia artigiana” stampate a mano in camera oscura a colori e in bianco e nero. Protagonista della favola è il Jizo, rappresentato da uno dei volti più in auge nel panorama della moda, lo charm e lo sguardo enigmatico di Anna Cleveland plasmati in un ritratto che impersona una delle figure più amate e rispettate nel budhismo Mahayana, il Bodhisattva protettore dei bambini e dei viaggiatori.
Un percorso visivo che dà vita ai simboli di un racconto popolare sul valore della gentilezza, della resilienza, del dono disinteressato. Si ritrova ancora una volta la poesia del Giappone, la sua sobrietà e profondità che ispirano da quasi 10 anni il lavoro nelle collezioni, nelle proposte e nel décor per l’arabesque di Chichi Meroni. Una poesia che si accompagna alla passione di Chichi Meroni e di sua figlia Violetta Meroni, che ha curato la mostra, per la fotografia “come una volta”. Lo scatto lento e pensato di una vecchia Rolleiflex, la ricerca, la stampa fatta a mano con il racconto che si svela lentamente su un foglio bianco davanti agli occhi di chi ha saputo trovare e interpretare gli elementi per raccontare il messaggio e lo spirito del Bodhisattva senza ricorrere alla parola scritta, lasciando alla fantasia dello spettatore riuscire a decifrarlo e farlo suo.
Un viaggio emozionale attraverso le immagini, creato dall’unione di due artisti come Gianluca e Carlotta. Gianluca Guaitoli, scopre la sua verve artistica e creativa dietro il backstage di una sfilata e decide cosi di affiancare e apprendere dei grandi nomi della moda come i hair stylists Julien DYs, Eugene Souleman, Luigi Mureno, Didier Malige, Aldo Coppola e Alessandro Squarza. Rappresentato da WM-Management, i suoi lavori firmano riviste pattinate e campagne devarie griffe di moda, insieme a nomi importanti nella fotografia come Albert Watson, Michel Comte, Deborah Turbeville, Manuela Pavesi, Giovanni Gastel, Toni Tho rimbert, Hill & Aubrey, Magnus Reed, Michael Avedon, Gianluca Fontana, Luca Manfredi, Emilio Tini, Alessio Bolzoni, Takai.
Carlotta Bertelli dopo gli studi di fotografia a Milano , matura esperienze lavorando nelle grandi citta della moda come Parigi, New York, Milano .. Sao Paolo, dove il suo lavoro viene apprezzato sempre di più con pubblicazioni su diversi magazine Grazie al suo stile e uso creativo della luce , Carlotta Bertelli si apre un suo mercato e firma progetti speciali e campagne per marchi di moda di lusso e aziende di tutto il mondo come Tissot e Renault. Al di là dei lavori su commissione, ne avrebbe sempre portato uno vecchio rolleiflex insieme a lei, costruendo un archivio personale che mostra la sua forte empatia per l’umanità e la natura.
Nel 2013 incontra suo marito Gianluca Guaitoli iniziano una nuova progetto artistico incentrato sul ritratto di lightpainting, esposto a livello nazionale e internazionale. Oggi Carlotta e Gianluca vivono in un piccolo borgo nella campagna toscana chiamato Fonte Vetriana, dove hanno fondato Studio Hamor per unire la loro esperienza e conoscenza nel mondo di immagine e comunicazione insieme a una visione più poetica basata al ritorno ad una fotografia lenta e ad una vita lenta.
Favola IL JIZO CON IL CAPPELLO DI PAGLIA Testo tratto dal volume di fiabe illustrate intitolato “Mukashi Mukashi – C’era una volta in Giappone” nato dalla collaborazione fra la Fondazione Štěpán Zavřel di Sarmede e la casa editrice Franco Cosimo Panini.
… c’era una volta una casa in cui non c’era neanche un chicco di riso da mettere in tavola, ed era anche l’ultimo giorno dell’anno. _«Prendi il gomitolo di seta che abbiamo filato e vai a venderlo per comprare un po’ di riso» disse la donna all’uomo. Al mercato l’uomo non trovò nessuno che volesse comprare un gomitolo di seta, e neppure scambiarlo con un sacchetto di riso. Così riprese la strada per il ritorno, con il capo chino. Dopo un po’ una voce glielo fece rialzare: «Chi vuole un bel cappello di paglia!?» gridava un vecchio venditore, che veniva verso di lui. I due si incontrarono, si guardarono e scossero la testa: nessuno quel giorno era interessato né a gomitoli di seta né a cappelli di paglia. La gente comprava solo cibo e nient’altro che cibo. «Non ti conosco, ma che cosa te ne farai di un gomitolo di seta stasera?» disse il vecchio venditore. «E poi non si può tornare a casa con la stessa merce con cui si è partiti!»
«Sono d’accordo!»_disse l’altro. Così chi aveva il cappello di paglia si prese il gomitolo di seta, chi aveva il gomitolo il cappello, e si salutarono. Era già buio e una tormenta di neve sorprese l’uomo che tornava a casa con il cappello di paglia. Il vento soffiava e, perso nella notte, un Jizo di pietra tremava dal freddo. L’uomo ebbe compassione e gli mise in testa il cappello di paglia per ripararlo almeno un po’ e, a mani vuote, si avviò verso casa. «Non ho venduto il gomitolo di seta, l’ho scambiato per un cappello di paglia» _disse, appena entrato in casa. «E il cappello di paglia l’ho messo in testa a un povero Jizo che tremava dal freddo.» «Hai fatto bene» commentò la donna, «cappello o no, la nostra cena non sarebbe cambiata!» E mentre la bufera continuava a imperversare, i due poveretti andarono a dormire a stomaco vuoto. Nel cuore della notte, colpi e rumori li svegliarono. E c’erano anche voci, sempre più vicine. Alla fame e al freddo si aggiunse la paura. Poi un gran tonfo e un sonoro «Grazie!» attraversarono la notte, la casa e li raggiunsero nel letto. Tremanti, si alzarono e andarono alla porta. Nel buio videro la schiena di un Jizo che scivolava via con il suo passo di pietra. E sulla soglia c’era un sacco. Un sacco pieno di monete d’oro. Era tanto tempo fa.