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Promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Mosca e realizzata in collaborazione con Galgano & Tota Associati con lo scopo di promuovere la cultura italiana ed anche diffondere lo stile ed il “modo di vivere” italiano, la mostra “60 anni di Made in Italy” è aperta a Mosca presso il Museo delle Arti Applicate e Decorative (ul. Delegatskaja 3) fino al 15 settembre.

In occasione di questo evento, lucrato da Fiorella Galgano e Alessia Tota sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Russia, saranno ospiti d’eccezione anche alcune importanti firme della moda italiana. In particolare la Sig.ra Gigliola Savini, figlia di Gaetano Savini, fondatore dello storico marchio di moda maschile “Brioni”, la quale presenterà un libro dedicato alla figura del celebre padre ed alla storia del marchio.

Più di 50 capolavori tra creazioni di alta moda, oggetti accessori e bijoux saranno in mostra per rendere omaggio al genio sartoriale di alcuni dei principali protagonisti della moda e del design italiano, ed allo stesso tempo raccontare come il made in Italy abbia affermato il proprio successo nel tempo ed in tutto il mondo, rendendo tangibile e riconoscibile quello che viene definito “lo stile italiano”.

Si potranno ammirare dunque vere e proprie opere d’arte” della moda italiana, indossate in occasione dei red carpet per importanti première o in occasione della consegna degli Oscar, da parte di celebri top-model o attrici internazionali, come pure abiti iconicirealizzati per importanti pellicole cinematografiche. Inoltre creazioni uniche per luso di materiali sofisticati, ricerca, sperimentazione e lavorazioni artigianali deccellenza.

Schuberth 2 PH Simone Santinelli LR
Raffaella Curiel

Gli abiti e gli accessori in mostra sono stati realizzati da Renato Balestra, Roberto Capucci, Franco Ciambella, Raffaella Curiel, Marella Ferrera, Sorelle Fontana, Prince Egon Von Furstenberg, Galitzine, Lancetti, Antonio Marras, Gai Mattiolo, Sarli, Sartoria Bonfanti (Fondazione Isabella Rossini), Schuberth, Valentino. Alta Moda Maschile. Brioni. Prêt-à-Porter. Emilio Pucci, Giorgio Armani, Laura Biagiotti, Roberta di Camerino, Roberto Cavalli, Enrico Coveri, Dolce & Gabbana, Etro, Fendi, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferrè, Alberta Ferretti, Gucci, Krizia, Max Mara, Missoni, Moschino, Vinicio Pajaro, Prada, Ermanno ScervinoVersace. 

Bijoux: Helietta Caracciolo, Lucia Odescalchi, Marina Corazziari.

Il corpus espositivo della mostra proviene dagli archivi delle maison di moda e da collezioni private. Tra i modelli cpiù interessanti, l’abito da sera in taffetà bianco ghiaccio e blu realizzato da Schuberth nel 1950 per Gina Lollobrigida, ritratto nella Enciclopedia sulla storia della moda italiana; ed il prezioso cappotto in broccato con intarsi in oro con l’abito in lamè dorato realizzato sempre da Schuberth nel 1958.

Alcune creazioni sono “iconiche” e rappresentative del periodo de “La Dolce Vita”. È il caso del famoso abito “pretino”  creato dalle Sorelle Fontana, indossato dalla bellissima Ava Gardner (1956) nel film “La Contessa Scalza” e riproposto in un nuovo stile da Anita Ekberg per il celebre film di Federico Fellini, “La Dolce Vita” (1960). Accanto a questo il famoso “Pyjama Palazzo” della Principessa Irene Galitzine, indossato da Claudia Cardinale nella pellicola “La Pantera Rosa” (1963). Fino ad arrivare al secondo millennio con il tuxedo Brioni indossato dall’attore Pierce Brosnan alias agente 007/James Bond, per il film “Die another day” (2002). 

Prada per Cate Blanchett

Esposti anche spettacolari abiti da gran sera realizzati per i “red-carpet” in occasione di speciali premiere o per la notte degli “Oscar”. Tra questi l’abito in tulle e grandi paillettes dorate di Prada, indossato dall’attrice Cate Blanchett (2000) o l’indimenticabile “Jungle Dress” di Versace, modello-iconico per Donatella Versace, e tra i preferiti dalla pop-star Jennifer Lopez, che lo ha indossato in occasione dei Music Awards (2000). Di Valentino spicca la creazione “rosso Valentino” indossata dall’attrice  Elizabeth Hurley in occasione del Ballo di beneficienza di Estee Lauder’s (1998) e successivamente esibito nel corso della famosa retrospettiva dedicata al sarto italiano in scena all’Ara Pacis di Roma, dal titolo: “Valentino. 45 anni di Stile”. Accanto a lui l’opera d’arte di un maestro come Roberto Capucci rappresentato da un capolavoro in crepe di seta e taffettà armellino color lilla. (1990).

 

GIORGIO ARMANI_FW2011
Lucia Odescalchi

In scena anche creazioni presentate sulle passerelle da celebri top-model o importanti celebrità, come l’abito in seta dalla stampa effetto “animalier” realizzato da Roberto Cavalli per Cindy Crawford (2002), con il quale la modella ha sfilato nel celebre evento “Donna sotto le Stelle”. Inoltre l’abito-bustier di Dolce & Gabbana’s (2000) dedicato ad una bellezza femminile tipicamente mediterranea: tra i preferiti dell’attrice Elizabeth Hurley.

Lo stile classico, tradizionale, da gran sera è rappresentato dall’abito “sirena” creato dal Principe Egon Von Furstenberg per l’attrice americana Hunter Tylo (2000); così come il lungo abito da sera in organza nera lavorata come “tele di ragno” indossato dalla top-model argentina Valeria Mazza (1996). 

Stupendo l’abito da sposa in seta gazar dalla fantasia floreale di Raffaella Curiel (2016) con il tubino “Arlecchino” dai ricami preziosi e le fantasie dipinte a mano ispirate agli affreschi della Venezia del ‘700, di Gai Mattiolo.

La moda incontra l’arte con l’abito “Carmen” realizzato da Renato Balestra, dedicato alla divina Maria Callas (1996); così come la creazione Lancetti, che vuole essere un tributo alle opere di Pablo Picasso (1986/87) .

La passione per il lusso e lo sfarzo di Gianni Versace sono ben rappresentati dall’abito in tessuto metallico, completamente ricoperto da piccoli cristalli Swarovski rosa, indossato dalla top Naomi Campbell nel corso dell’ultima sfilata di moda maschile presentata dallo stilista (1998).

Alcune stampe e fantasie sono uniche e rappresentative di uno stile riconoscibile, anche quando si realizzano attraverso un mix di colori sgargianti o combinazioni di tessuti diversi. E’ il caso dell’abito in jersey stampato di Emilio Pucci (1967), quello “fluo” di Gucci nella collezione di Frida Giannini (1999), l’abito in maglia ricoperta da grandi paillettes colorate denominato “Urlo di Donna” dello stilista Enrico Coveri, indossato dall’attrice Milla Jovovich (1997), il celebre “put together” di Missoni (1999) e le fantasie orientali del completo in twill di seta di Salvatore Ferragamo (1998).

Il plissè viene interpretato magistralmente come una costruzione architettonica nel meraviglioso abito nero in seta realizzato dallo stilista-architetto Gianfranco Ferrè (2005) e divenuto abito-immagine della mostra. Così come l’abito “Samurai” in lamè dorato di Krizia (1987).

L’influenza dello stile militare viene interpretata nel completo in fantasia “paisley” di Etro (2000) come pure dalle forma del giubbino in visone bianco di Ermanno Scervino (2008).

Sperimentazione e ricerca sono obiettivi ricorrenti per alcuni stilisti come Marella Ferrera, che ispirandosi alla sua terra, la Sicilia, realizza un gilet preziosissimo composto da quadrati di tessuto ricamato mano e multicolore (2003), che ricorda le figure nelle ceramiche della famosa scalinata di S. Maria del Monte a Caltagirone, considerata patrimonio dell’ Unesco. Mentre Antonio Marras pensa alla sua amata Sardegna, presentando la  “Madonna Nera”, madre protettrice dei minatori sardi, che mostra un corpino composto da una miriade di chiodi tipici dei ferri di cavallo (1998).

L’irriverenza di Moschino è rappresentata dall’abito composto da soli reggiseni neri (1988), mentre la femminilità morbida e delicata della regina del cachemire Laura Biagiotti è espressa dal celebre “Abito-Bambola” (2002). Max Mara col montgomery in cachemire completamente ricamato da paillettes dorate (2007) rappresenta invece una modernità sofisticata.

Unica ed inimitabile poi la lavorazione artigianale nella pellicceria di Fendi (1975) e Vinicio Pajaro (2008).

Un’area speciale è poi rivolta agli accessori come la prima borsa da sera di forma “rotonda” creata per Jacqueline Kennedy (1975) in oro e madreperla dalla Principessa Helietta Caracciolo, oltre ad una collana indossata da Nancy Reagan e la parure “nocciola” in oro e diamanti dedicata ad Hillary Clinton. Ci sono anche le famose Borse “Bagonghi” di Roberta di Camerino: tra le preferite della Principessa Grace Kelly (1959), i sandali indossati da Madonna per il film “Evita”, riproduzione di quelli realizzati da Salvatore Ferragamo per Evita Peròn. Accanto a loro la celebre “Bamboo” Bag di Gucci (1950) riproposta in tempi moderni per celebri attrici come Naomi Watts e Gwyneth Paltrow ed alcuni accessorifirmati Versace della collezione di stampo mitologico “Medusa” (2003).